Leader ma non troppo

Arte e fatica di guidare un’azienda

Giuseppe Morici

170 pagine - 16 euro - Feltrinelli

“Uh, un altro libro sulla leadership? Se ne sentiva proprio il bisogno, eh”.
Posso sentire, indistintamente, il commento di alcuni di voi. Non vi biasimo, ne abbiamo visti tanti, troppi, di libri sulla leadership condivisa, vincente, emotiva, empatica con formule, tecniche e pratiche e dio solo quanti altri aggettivi o sostantivi si possono associare alla leadership per farci un libro.
Però vorrei che continuaste la lettura perché penso di aver trovato un libro diverso dagli altri e le principali diversità sono tre.
La prima è che a scriverlo non è un professore, né un saggista di professione, tanto meno un coach, un filosofo o un consulente, ma uno che da molti anni è di fatto un leader (oggi CEO) all’interno di una grande organizzazione (da qualche anno di Bolton Group).
La seconda è che l’autore (che ha un nome e cognome: Giuseppe Morici) è lo stesso di un libro che trovo straordinario e che consiglio a tutti di leggere, ovvero “Fare marketing rimanendo brave persone: Etica e poetica del mestiere più discusso del mondo”. Se non lo avete ancora letto e, soprattutto, se lavorate nel marketing/comunicazione, beh, sarebbe da iniziare a farlo.
Terza e ultimo motivo che lo differenzia dal resto, è che questo libro effettivamente spiega concetti e fa ragionamenti diversi dai tanti libri sulla leadership che ho letto (e che spesso non ho neanche finito). Già il titolo fa capire che si tratta di qualcosa di differente “Leader ma non troppo. Arte e fatica di guidare un’azienda” (Feltrinelli)
Come sempre, nel caso delle recensioni di Lead & Read, utilizziamo e coppie di parole antitetiche nella logica del libro e che ci servono anche per creare il data book grazie all’algoritmo di data visualization ideato da Giorgia Lupi e Paolo Iabichino.

Scienza / Arte

La parola Arte (ma anche Fatica a dire il vero) spicca nel titolo. C’è un intero capitolo del libro che si muove tra queste due categorie per spiegare meglio il concetto di leadership.
Sicuramente la leadership è anche una scienza sociale perché è fatta di previsioni generali e individua correlazioni osservabili. Tuttavia non è abbastanza, sostiene Morici, perché non spiega sufficientemente la complessità, l’umanità, l’etica e l’estetica insita nel concetto di leadership.
Gli viene in aiuto la Treccani e la sua definizione di Arte come “la capacità di agire e di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, e quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati”. Dentro questa definizione c’è l’ingegno, l’abilità tecnica, il genio individuale, l’attività umana della crescita delle persone e del loro talento, che è poi l’arte di chi pratica nel modo corretto la propria leadership.

Presente / futuro

“Il vero leader deve occuparsi di ciò che non c’è, ovvero del futuro, più che di gestire il presente, cosa che invece deve delegare ai propri collaboratori”. Questa è una dei ragionamenti cardine di questo libro. Per Morici, quindi, il vero leader deve far crescere l’organizzazione, non solo il business: il tema del quarter e delle altre tematiche a breve periodo deve essere delegato ai propri manager.
All’interno della stessa riflessione si inserisce anche il tema del contesto. L’obiettivo del leader secondo l’autore è quello di creare il contesto per far crescere il talento: da qui emergono una serie di interessanti metafore, tipo il leader come un paesaggista o un giardiniere (specialmente sul tema della diversità e dell’armonia) e questa simbiosi è possibile solo se si ha lo sguardo e il pensiero rivolto al futuro.

Egocentrismo / Assenza

C’è un altro concetto chiave e molto forte nel libro che colpisce subito. Morici infatti parla della leadership come “l’arte di scomparire” ovvero: “dai delle regole ai tuoi collaboratori, imponi loro degli obiettivi chiari, tempi certi e momenti di verifica dell’avanzamento dei progetti, ma per tutto il resto sparisci e lasciali lavorare!”. Il vero leader secondo Morici è colui che crea spazio per i propri collaboratori in modo che possano riempirlo nel migliore dei modi.
Al contrario invece molti leader aziendali, specie quelli italiani, sono piuttosto egocentrici: l’amore e la passione per il prodotto e per il processo può diventare ossessiva, sostiene Morici.
Dal libro si evince che il leader migliore è quello silenzioso, autorevole e discreto. Se poi la cosa si possa estendere anche al mondo politico, è una considerazione che lasciamo al lettore-cittadino.

Rettilinei / Curve

C’è un interessante capitolo che parla di rettilinei e curve, soprattutto in riferimento al curriculum delle persone che il leader intervista: come succede nella guida di un mezzo a motore, è infatti nelle curve che si valuta come l’abilità una persona e non certo nei rettilinei. Le persone tendono a raccontare i risultati ottenuti durante i rettilinei, tuttavia è nelle curve – che a volte sono difficili da affrontare per mantenere la direzione, altre volte sono improvvise – che si capisce come le persone prendono le decisioni, determinano le scelte, quale peso danno alle emozioni e quanto alla razionalità. E siccome nei colloqui di assunzione – altra attività fondamentale del leader – si deve trovare qualcuno che sappia prendere le decisioni, chiosa Morici, ecco che il concetto di curva diventa fondamentale per la definizione di leadership.

Il Libro