Il libro_______________
Per la prima volta Lead & Read si occupa di un romanzo invece dei canonici saggi. Il motivo non è solo che si tratta del primo libro di Kazuo Ishiguro dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura (nel 2017) ma perché tratta e racconta in modo inedito il rapporto tra uomo e macchina.
La trama di “Klara e il Sole” (Einaudi) è piuttosto semplice: in un futuro prossimo gli adolescenti che non sanno più socializzare tra loro, così per risolvere questa emergenza vengono prodotti e venduti gli AA – amici artificiali– degli umanoidi da compagnia, la cui vocazione dettata da un algoritmo è di accertarsi che i loro giovani proprietari non si sentano mai soli. Klara è un robot umanoide di generazione B2 ad alimentazione solare che viene scelta da Josie, na ragazzina di quattordici anni vivace e sensibile. Klara è pronta a fare tutto per aiutare la sua nuova amica e quando la malattia di quest’ultima peggiora, Klara, che racconta in prima persona, starà sempre al suo fianco al momento di scelte difficili da prendere e lotterà con lei per cercare la soluzione e salvare la piccola da un male che sembra risucchiare le sue energie.
Perché leggerlo _____________
“Klara e il Sole” è un opera visionaria ed elegiaca di grande spessore. Il libro conquista sia per la limpidezza dello stile (ben tradotto da Susanna Basso) sia per la la stratificazione dei livelli narrativi. Ma ciò che più conta – e ci interessa particolarmente – è la profondità delle implicazioni esistenziali.
L’autore anglo-giapponese di “Quel che resta del giorno” e di “Non lasciarmi” capovolge di fatto le paure che tutti noi abbiamo sulle macchine che possano prendere il potere; in realtà Klara si dimostra molto più in grado di gestire la dimensione umana di quanto non sia la famiglia di Josie. Questo ribaltamento di prospettiva ci dice che il problema non sono le tecnologie, ma siamo sempre noi e la nostra capacità di sviluppare sensibilità per gestire il potere della tecnologia. Il libro è uno spunto di riflessione sul vivere la tecnologia non come un dominio esterno da dominare, ma fare i conti con le nostre reali capacità e riacquisire una responsabilità nel gestire e soprattutto nello scegliere e ponderare, attività tipica dell’uomo che l’intelligenza artificiale non potrà mai avere.
Tornando al libro, ha scritto Paolo Giordano su La Lettura che quelle di Ishiguro sono storie di apprendistato al mondo, in cui la conoscenza essenziale non passa attraverso il sapere, ma attraverso il sentire. Ci sembra un ottimo giudizio, nonché un buon motivo per leggere questo capolavoro della narrativa contemporanea.