Litigando si impara

Disinnescare l’odio online con la disputa felice

Bruno Mastroianni

126 pagine - 12 euro - Franco Cesati Editore

Nei primi tempi di Lead & Read recensimmo “La disputa felice”, il precedente libro di Bruno Mastroianni, filosofo, docente universitario, giornalista e consulente per i social media per la Rai. In quel saggio, anch’esso edito da Franco Casati editore, l’autore raccontava la possibilità di dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico. In questi due-tre anni le cose sono piuttosto cambiate e in molti casi il litigio è diventato odio.
Si è creata infatti una polarizzazione: da una parte ci sono i cittadini silenti e pacifici in cerca del politicamente corretto che non si azzardano a sbottonarsi o a dire la loro, dall’altra ci sono gli utenti urlanti, quello che “blastano”, fossilizzati nelle loro posizioni e che spesso con le loro risposte tranchant ammutoliscono l’altro.
Il libro di Mastroianni si pone a metà tra i due, ma più spostato verso i secondi. L’autore sta infatti dalle parte di quelli che amano litigare ma argomentando e che, così facendo, alzano il livello della discussione.
In un mondo di filter bubble e echo chamber, abbiamo un grande bisogno di dissenso che, non dimentichiamocelo, è l’anima della democrazia e della società plurale, nonché un elemento – anzi, una risorsa – fondamentale nel lavoro creativo o nella ricerca scientifica. Per Mastroianni il litigio è come l’errore del celebre proverbio “sbagliando si impara”, perché di solito quando si prova ad alzare una polemica, spesso si rischia di arrivare presto sul personale e quindi passare attraverso le generalizzazioni, le frasi fatte, gli stereotipi fino agli insulti e, così facendo, si smette di parlare della polemica, ancorché argomentata, che si era sollevata.
“Litigando si impara” è un utile e brillante saggio, travestito da manuale, che ci spiega come a volte avere ragione può essere un problema perché non non si ascolti l’altro, si è spesso paternalisti, dominanti e si tende a sottostimare l’altro. Bruno Mastroianni prova quindi a insegnare attraverso un decalogo come sollevare delle polemiche, litigare, restando sull’argomento costringendo gli altri a fare lo stesso, invece di andare a finire sul personale e all’insulto.

A nostra volta noi proviamo a raccontare alcuni passaggi del libro attraverso quattro coppie di parole chiave antinomiche per poter creare il data book ideato da Giorgia Lupi e Paolo Iabichino.

Scontro / Confronto

È alla base di questo libro: trasformare lo scontro in confronto costruttivo tra opinioni differenti. Il più delle volte accade che l’obiettivo principale è quello di tendere a sconfessarsi a vicenda più che ad argomentare per sostenere le proprie idee. Questo crea principalmente una grande confusione in merito alle questioni affrontate, altre volte il dibattito si trasforma nella somma di due monologhi, ognuno dei quali con l’obiettivo di raccogliere un riconoscimento identitario. Il litigio continuo non porta a niente, ma non abbiamo bisogno di una pace comunicativa, dice l’autore del libro, ma del suo esatto contrario, ovvero di ritrovare il gusto per una gara di idee ben fatta.

Consenso / Dissenso

In una discussione di solito ci si fa prendere dalla smania di dire la propria, passando sopra a tutto ciò che dice l’altro. Mastroianni ricorda che viene spesso adottata la tattica di andare dritti a ribadire le proprie convinzioni anche quando l’altro ha affermato qualcosa di accettabile. Niente di più sbagliato: al contrario dichiarare pubblicamente che le affermazioni dell’interlocutore sono condivisibili, può essere una mossa vantaggiosa. Secondo l’autore questo atteggiamento rinforza la qualità dello scambio ed è inoltre un segnale costruttivo sia per l’interlocutore che si sente ascoltato sia per l’uditorio che trova un elemento di interessante discontinuità. Non basta avere ragione, ma bisogna dare ragione.

Limite / Forza

Un’altra regola del decalogo riportato nel libro è “Se sei attaccato in modo pertinente, fai la mossa del gattino: rivestiti del tuo limite e fanne la tua forza”. Quando l’avversario attacca andando sul personale, la mossa migliore è sempre ignorarlo, specie se va fuori dal seminato. Ma se l’attacco personale, sostiene Bruno Mastroianni, è pertinente con il tema della discussione, ci sono due modi per reagire, quello del leone o quello del gattino. Quello del leone è in pratica una difesa attraverso il contrattacco, ma che spesso asseconda la manovra di attacco in quanto si allontana dal tema di discussione per finire sul personale (ancorché per motivi di difesa). La mossa del gattino invece si basa sull’idea che i limiti non sono punti deboli, ma segnali di credibilità in ciò che si sostiene. Nel libro sono contenuti molti brillanti esempi su questa azione.

Confutazioni / Argomentazioni

“Se devi confutarlo, assicurati di avere argomentazioni consistenti.” Bruno Mastroianni per tutto il libro spiega che prima di arrivare a quella manovra che rifiuta e ribalta la tesi avversaria – la confutazione appunto – ci sono modalità di replica più efficaci. Quindi la confutazione non deve essere la prima mossa, Tutte le volte c’è bisogno di sostenere l’inaccettabilità della tesi altrui con un’azione diretta. Per fare questo l’autore ci spiega che l’oggetto della confutazione deve essere pertinente e di importanza primaria, bisogna avere prove ed elementi concreti e deve essere risolutiva, perciò bisogna essere sicuri che questa produca per chi assiste un bene più grande del rischio di “perdere” l’interlocutore che di fronte alla replica potrebbe reagire male, mettendosi sulla difensiva.

Il Libro