Cittadini ai tempi di Internet

Per una cittadinanza consapevole nell’era digitale

Alfonso Fuggetta

178 pagine - € 19 - Franco Angeli

Il libro __

Alfonso Fuggetta è professore ordinario di informatica al Politecnico di Milano e da tre lustri ai vertici di Cefriel, (Centro per l’innovazione digitale fondato da università, imprese e amministrazioni pubbliche). A discapito del profilo dell’autore però, questo libro non tratta questioni tecnologiche e informatiche, ma è un testo di sociologia e, quindi, di cittadinanza, in un nuovo mondo cambiato per effetto di internet: l’obiettivo è capire ciò che siamo e ciò che vorremmo diventare, ovvero dei cittadini maturi e consapevoli. Internet costituisce una grande opportunità di miglioramento e di sviluppo sociale, ma ha anche ridisegnato i modelli di interazione e dialogo creando in certi casi una disumanizzazione nella comunicazione tra le persone, affermando la logica del branco, talvolta falsificando le notizie e spesso creando un clima di sfiducia verso gli esperti.

Fuggetta però ci dice che la Rete non è la sola responsabile, ma il centro di tutto è la totale assenza di una politica pubblica che permetta di dare delle linee di indirizzo per nuovi modelli di convivenza a sostegno di una moderna cittadinanza. Non sono sufficienti abilità tecnologiche se non vi sono associate competenze comportamentali, abilità cognitive e sensibilità. Questo libro è una sorta di manifesto politico per un eventuale movimento per una cultura e una cittadinanza non digitale, bensì ai tempi del digitale. L’autore sostiene che «non esistono cittadini maturi indipendentemente dal digitale», sottraendo qualsiasi alibi da molta ipocrisia tecnologica imperante, alimentata da varie forme di nostalgia e di giustificazionismo analogico.

Parole chiave __

Una parte del libro gioca proprio sull’analisi di coppie di concetti antitetici per mostrare da una parte la complessità del contesto e per prendere le distanze da certe visioni semplicistiche su cui spesso cadiamo.

Manualità → Maestria

Il tema generazionale è al centro del libro di Fuggetta. L’autore afferma che non è detto che bisogna essere giovani per essere innovatori. I nativi digitali, cioè quelli nati con l’iPad in mano, in realtà sono molto meno maturi digitali di quanto immaginiamo. Inoltre manualità non è sinonimo di conoscenza, perché l’abilità del premere tasti non definisce la qualità della comunicazione. Per essere maturi digitali è necessario, oltre ad avere una certa abilità nell’usare le app, intraprendere un percorso educativo.

Addestramento → Apprendimento

L’educazione ovviamente è fondamentale, ma spesso passa il messaggio che la formazione sia legato troppo al saper fare e poco al saper di saper fare: quindi insieme al saper usare gli strumenti è necessario infondere consapevolezza, spirito critico, capacità di ragionamento e di sviluppo cognitivo.

Velocità → Qualità

Questa è una cosa che ci coinvolge davvero tutti. Lo stare in rete ci ha reso molto più impulsivi nelle risposte rispetto solo a 15 anni fa e le risposte veloci che ci auto-imponiamo sono talvolta prese a scapito della qualità. L’ansia della risposta ci domina, dice Fuggetta, e le tecnologie digitali spesso ci fanno tornare bambini inducendoci a interagire secondo modalità più simili al dispetto e al litigio che al dialogo delle persone mature. Combattere contro tutti questi istinti richiede una grande volontà e un percorso educativo profondo.

Comunicazione → Relazione

Si è soliti dire che dal momento che usiamo molto i social network e gli smartphone, allora significa che comuniamo tanto. La verità è che ci trasmettiamo e ci passiamo tante informazioni e parole, ma la relazione alla base della comunicazione è qualcosa di assai più complesso e profondo. La semplicità e l’immediatezza che ci offrono gli strumenti tecnologici ci portano al rischio di una banalizzazione e svilimento della comunicazione, per cui preferiamo sempre più mandare messaggi testuali o vocali piuttosto che parlare direttamente.

Il libro di Fuggetta non propone soluzioni definitive, ma offre spunti di riflessione chiamando in causa famiglie, scuola, imprese, media, politica e istituzioni per non delegare tutto solo a un cinico e ironico botta e risposta su Twitter.


Il Libro