Come non fare niente

Resistere all’economia dell’attenzione

Jenny Odell

248 pagine - 19,90 euro - Hoepli Editore

Il libro ______________

Il titolo e il sottotitolo rendono piuttosto bene l’idea e il contenuto di questo libro. Ma forse non abbastanza (lo si spiega meglio nel “Perché leggerlo”).
“Come non fare niente” (Hoepli Editore) è una guida per imparare a riappropriarsi del proprio tempo e riscoprire il potenziale di attività comunemente considerate improduttive, andando fuori dagli schemi dell’efficienza. Alla base c’è il concetto di considerare l’attenzione come la nostra risorsa più preziosa e per questo, secondo Jenny Odell, è necessario scegliere attivamente come utilizzarla, rifiutando di consentire agli operatori del marketing su internet di appropriarsene.
Quindi la Odell nel libro ci porta a riscoprire la lentezza e come questa può essere, ossimoricamente, utile a fini produttivi, o quantomeno a quelli del proprio benessere mentale. Oziare quindi diventa un’azione quasi politica che riporta l’uomo al centro dell’ambiente; perciò quello della Odell è un libro persuasivo e insieme provocatorio che porta a riflettere sul modo di guardare il mondo.

Perché leggerlo _______________

Non è necessario essere d’accordo con le teorie della Odell per leggere questo libro. Chi sta scrivendo lo è fino a un certo punto, tuttavia ho trovato il libro una lettura estremamente utile e interessante.
Va detto infatti che Jenny Odell è un’artista e una scrittrice americana che lavora regolarmente negli spazi digitali, non è quindi la solita hippie svalvolata, bigotta o pedantemente utopica che vive fuori dal mondo. L’autrice del libro sostiene fondamentalmente l’allontanamento dai nostri dispositivi e social media per andare verso l’impegno con il mondo in un modo più personale e cooperativo. La sua è al tempo stesso una sorta di ideologia politica, una pratica spirituale, un imperativo morale e una ricostituzione estetica del mondo e di come potrebbe essere se l’attenzione non venisse continuamente monetizzata.
La sua riflessione critica è rivolta soprattutto alle piattaforme digitali strutturate per tenerci connessi per il loro stesso profitto: la Odell sostine che Facebook, Twitter e Instagram catturano e annullano l’attenzione prolungata eliminando il contesto e quindi anche un significato sostenibile.
Nel libro c’è una lunga e istruttiva analisi sulla figura di Diogene che viene preso come esempio virtuoso del suo concetto dell’arte di non far nulla. Diogene, dice la Odell, non era un’eremita ma era qualcosa di molto vicino a un performance artist, fautore dello stile di vita dello “stare in disparte”, un concetto complesso che la Odell spiega dettagliatamente e per cui vale la pena leggere il libro.

Il Libro