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Il giorno in cui il mondo smette di comprare

Che succederebbe se ogni essere umano sulla Terra smettesse di fare acquisti?

JB MacKinnon

386 pagine - 22 euro – Il Saggiatore

Il libro ___________

E se ogni essere umano sulla Terra smettesse di fare acquisti? Come si adatterebbe l’economia globale? Come ci adatteremmo noi?
Queste sono le domande che si pone JB MacKinnon, giornalista indipendente d’inchiesta, e che stanno alla base di questo interessante “Il giorno in cui il mondo smette di comprare” (Il Saggiatore).
Da una parte molti politici insistono sul fatto che l’economia crollerà se la spesa rallenta, mentre gli ambientalisti avvertono che stiamo divorando le risorse del pianeta a una velocità 1,7 volte più veloce di quanto possa rigenerarsi.
MacKinnon riflette su cosa accadrebbe davvero se smettessimo di fare acquisti. Lo fa inizialmente facendo un viaggio per il mondo: nel deserto del Kalahari in Namibia, in Ecuador, in Finlandia e in Giappone, conducendo interviste con esperti e raccogliendo informazioni a sostegno delle sue scoperte. Poi, durante la scrittura del libro, arriva la pandemia globale, e questo gli permette di esaminare, in tempo reale, gli effetti che potrebbero avere i cambiamenti nella spesa dei consumatori.
Un’analisi ben fatta e provocatoria che, alla fine, offre anche speranza e ottimismo per il nostro futuro.

Perché leggerlo _____________

Questo non è un libro sulla decrescita felice, anche se certe conclusioni portano verso questa direzione. JB MacKinnon è un bravo giornalista investigativo canadese che ama “stressare” certe situazioni per esaminare la situazione da un punto di vista altro. Così fa in questo libro in cui esamina gli effetti che la fine del consumismo avrebbe sulla società, e lo fa dopo aver scartato l’idea di passare a prodotti alternativi ed ecologici. “Quando le persone acquistano in assoluto meno cose, si ottengono riduzioni immediate delle emissioni, del consumo di risorse e dell’inquinamento” afferma il giornalista. Tuttavia il consumo è profondamente radicato nella società, ma non nella natura umana.
Ci sono una serie di riflessioni antropologiche sull’atto del consumo di grande interesse e che riguardano soprattutto i settori e mercati con maggior criticità: la fast fashion, i voli low budget i gadget scontati per il Black Friday, etc..
Il libro è diviso in quattro sezioni: i primi giorni, il crollo, l’adattamento e la trasformazione, con anche una serie di storie seguite passo passo per mostrare come diverse esperienze di persone e aziende sarebbero influenzate se il mondo smettesse di consumare. La gamma di prospettive inserite nel libro consente ai lettori di vedere tutti le angolazioni della questione.
La parte più interessante, a mio parare, è quando l’autore analizza alcuni problemi attraverso la lente della pandemia, attingendo a circostanze a cui molti lettori possono relazionarsi, ed è proprio in quel momento che comprendi appieno l’impatto che il consumismo ha sul cambiamento climatico, sull’esaurimento dell’acqua e deforestazione. Un libro estremamente interessante non basato su ideologie, ma su analisi antropologiche e dati, partendo da una situazione limite.

Il Libro