I furiosi anni venti

La guerra fra Stati, aziende e persone per un nuovo contratto sociale

Alec Ross

304 pagine - 19 euro - Feltrinelli

Il libro ____________

Alec Ross è un esperto di politiche tecnologiche di origini italiane che fu consigliere del dipartimento di Stato per l’Innovazione con Hillary Clinton e guidò la politica tecnologica per la campagna presidenziale di Barack Obama, oltre ad essere docente alla Business School dell’Università di Bologna.
Questo suo ultimo saggio uscito per Feltrinelli è dedicato ai cambiamenti di cui, a suo avviso, ha bisogno il mondo. La principale necessità secondo Ross è un nuovo contratto sociale che comprenda tre attori: individui, governi e grandi aziende. Ross sostiene che i prossimi dieci anni sono quelli in cui ci giochiamo tutto, e che per essere all’altezza delle sfide immani che ci si parano davanti, abbiamo bisogno di fare un “tagliando” strutturale al Sistema Paese, partendo da ciò che forma struttura alla nostra società e che ne informa i rapporti fra le parti, e quindi riscrivendo il contratto sociale. La grande differenza tra quelli che furono i ruggenti anni venti del secolo scorso e questi furiosi di oggi (“The Raging 2020s’” è il titolo originale) è la visione del futuro, che un tempo veniva visto con sfrontatezza ed eccitazione e oggi invece con paura e un po’ di rabbia. Il libro contiene complesse e profonde analisi, con molti dati e interviste, su Stati Uniti ed Europa, in primis, che mette in risalto quali potrebbero essere i prossimi passi sulle questioni chiave economiche, sociali e politiche.

Perché leggerlo ______________

La premessa della versione italiana – curata dallo stesso Ross, profondo conoscitore del nostro paese – è di per sé un libro nel libro che già da solo vale l’acquisto. Ross crede infatti che l’Italia sia più avvantaggiata rispetto a molti altri Stati Europei e decisamente degli Stati Uniti nel riscrivere il patto sociale, mettendo al centro le persone. Fondamentalmente perché in USA sono le grandi corporation che detengono il vero potere e i cittadini subiscono le loro decisioni, mentre in Italia i governi e le istituzioni hanno ancora un potere reale.
Ci sono alcuni temi molto interessanti, come ad esempio la differenza tra il capitalismo degli shareholder, quello in cui tutto ruota attorno agli azionisti, modello dominante attuale, e il capitalismo degli stakeholder, cioè quello in cui conta anche chi o cosa è direttamente o indirettamente coinvolto in un progetto o in un’azienda – quindi anche i lavoratori, i clienti, l’ambiente e l’ecosistema in cui l’azienda stessa è inserita. Secondo Ross l’Italia su questo secondo modello è molto avvantaggiato perché ci sono molte reltà che rispondono al territorio e ai dipendenti e tengono in alta considerazione non solo gli azionisti ma l’intero sistema che ruota attorno all’azienda.
Un altro tema a cui il saggista americano dedica molte pagine riguarda il cambiamento climatico che, insieme ad altri nodi come migrazioni e salute, richiede una vera e propria interconnessione tra paesi e settori. Ross sostiene che in particolare la necessità di risolvere questo problema sarà anche, per molti, una grande opportunità da cogliere. L’Europa, ad esempio che non è stata grande protagonista nella rivoluzione digitale, potrebbe invece diventarlo nella lotta al cambiamento climatico. E sembra che, visto come stanno andando le cose, la realtà gli stia dando ragione.

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