Incoscienza artificiale

Come fanno le macchine a prevedere per noi

Massimo Chiriatti

Pagine 152 - Prezzo 16 € - LUISS University Press

Massimo Chiriatti è un dirigente di Lenovo Italia (Chief Technical & Innovation Officer) nonché tecnologo e collaboratore di università e consorzi di formazione sull’economia digitale. Da qualche anno è anche uno degli autori di saggi più interessanti che riflettono sul tema dell’AI e degli algoritmi che stanno governando una buona parte della nostra vita.
Nel 2019 aveva scritto l’interessante “Humanless” (Hoepli) in cui metteva in luce come gli algoritmi sono e diventeranno sempre più egoisti e che per sopravvivere all’economia del futuro dobbiamo essere complementari e non alternativi alle macchine.
In questo nuovo libro edito da Luiss University Press, accompagnato da una prefazione di Luciano Floridi e da una postfazione di Vincenzo Paglia, mette subito in chiaro l’errore di fondo nella denominazione di Intelligenza Artificiale, per poi approfondire e riflettere sull’enorme potenziale che ha l’uomo nella guida delle scelte delle macchine se affrontate con consapevolezza, coraggio ed emozione tipiche dell’umano.
Per raccontare meglio questo saggio e creare l’esclusivo data book ideato da Giorgia Lupi e Paolo Iabichino facciamo riferimento a quattro coppie di parole dicotomiche.

Legenda data book

Uomo / Macchina

L’efficace introduzione dell’autore si basa proprio sul confronto tra le due reti neurali, quella articolata e complessa umana e che coinvolge tutta la sfera emotiva e comportamentale, e quella della macchina che in pratica è un sofisticato calcolatore di simboli. L’interazione tra queste due reti sarà sempre più intricato, complesso e delicato, specie se si guardano le implicazioni sociali, politiche e giuridiche. 

Se quindi da un lato l’interazione uomo-macchina può aiutare ad essere più efficienti e potenziare le nostre abilità – mediante lo sfruttamento della velocità di elaborazione dei calcolatori – dall’altro, per poterci ancora evolvere, occorrerà sviluppare questi sistemi “intelligenti” – ma, incoscienti – nella giusta prospettiva, tenendo a mente che si tratta di strumenti creati dall’uomo, messi a sua disposizione, e soppesarne i rischi d’utilizzo e le relative vantaggiose applicazioni.

Decisione / Previsione

In questo saggio, Chiriatti risponde ad alcune annose domande che riguardano questo tema, ovvero come fanno le macchine a prevedere per noi? Oppure che ruolo avrà l’uomo quando importanti decisioni che lo riguardano saranno mediate dalla tecnologia o saranno ad essa delegate?
Alla base, dice l’autore, c’è un paradosso. “Chiediamo a un computer di prevedere il nostro futuro, o meglio la probabilità di verificarsi, senza l’intenzione di farci sottomettere. La predizione della macchina non dovrebbe mai essere una sentenza.”
La questione sta tutta nel fatto che la tecnologia non ha una consapevolezza soggettiva, ma ha solo una sintassi, ovvero dei processi formali e simbolici, che è insufficiente per realizzare intenzionalità, sentimenti, emozioni e dolore, oltre alla incapacità di poter analizzare il contesto.

Responsabilità / Incoscienza

La macchina non ha senso di responsabilità e noi non possiamo delegare la nostra fiducia a un’entità che non è in grado di comprendere quello che comporta ogni sua azione di cui non può essere responsabile. Per questo l’autore di fronte all’entusiasmo per l’ “Umanesimo Digitale” preferisce puntare piuttosto a un nuovo “illuminismo moderno” in cui l’uomo è al centro con il suo sentire e la sua coscienza che è l’essenza stessa della nostra esistenza.

Fiducia / Consapevolizza

Quello che in conclusione suggerisce l’autore è diffondere una cultura della tecnologia e infondere nella collettività una maggiore consapevolezza. “La macchina non ha senso di responsabilità e non possiamo delegare la nostra fiducia a un’entità che non è in grado di comprendere quello che comporta ogni sua azione di cui non può essere responsabile”.

Perciò se il processo in cui siamo immersi è quello caratterizzato da una “perdita di conoscenza e di autonomia” che sta invertendo i nostri processi decisionali, sarà necessario intervenire per governare questa evoluzione tecnologica nell’interesse collettivo attraverso il coinvolgimento di politici, aziende, accademici, sviluppatori di programmi di intelligenza artificiale e dei singoli cittadini. Consapevolezza e coinvolgimento, formazione e cooperazione sono quindi secondo Chiaratti gli strumenti da utilizzare affinché sia garantito l’uso della tecnologia al servizio dell’uomo.

Il Libro