Social Media Entertainment

Quando Hollywood incontra la Silicon Valley

Stuart Cunningham e David Craig,

486 pagine - 22 euro - Minimum Fax

Il libro______________

Verso la fine degli anni zero stava ribollendo sotto la superficie un fenomeno culturale nuovo ed entusiasmante: in tutto il mondo centinaia di migliaia di ragazzi dentro le loro camerette accendevano le webcam per filmare tutorial, sketch comici, unpackaging e amenità video di ogni tipo senza remunerazione, senza accordi con i brand ma guidati solo dalla passione e dal divertimento, nel totale disinteresse dei media e della cultura mainstream.
Dieci anni dopo le cose sono molto cambiate, perché il mondo degli youtuber e affini hanno di fatto creato una nuova industria creativa che gli autori di questo libro chiamano “Social Media Entertainment” (SME).
Questo saggio accademico e specialistico uscito nella collana Super Tele curata da Luca Barra e Fabio Guarnaccia per Minimum Fax racconta l’emergere della SME come legittimo concorrente (ma anche collaboratore) degli screen media tradizionali.
YouTube, Facebook, Instagram e più recentemente Tik Tok hanno mescolato le carte tra intrattenimento e interattività, tra contenuto e pubblicità, con una rapida diffusione che ha costretto i media tradizionale a cedere parte del potere e dell’influenza a creator, fans e abbonati. Questo saggio contiene uno studio approfondito, grazie anche all’intervento di un centinaio di professionisti del settore, entrando anche in dettaglio sul funzionamento delle piattaforme, innovazione dei contenuti e lavoro creativo, monetizzazione e gestione, nuove forme di globalizzazione dei media e criticità culturali.

Perché leggerlo _______________

Si tratta di un saggio che interessa in primis chi si occupa di Media Studies al punto che questo potrebbe diventare uno dei libri di testo chiave per questa disciplina. Ma in realtà la lettura è consigliata anche a chi si occupa di marketing e comunicazione perché di fatto cattura e contestualizza questa nuova forma evolutiva collegando il passato con il presente e sostenendo la legittimità del Social Media Entertainment come fondamento del futuro della nostra comunicazione, con tutte le imperfezioni e storture che si porta dietro.
I due autori trattano in modo piuttosto approfondito anche le dinamiche del lavoro creativo e lo sviluppo delle varie professionalità che si sono sviluppate intorno allo SME.
Se proprio vogliamo trovare un difetto, questo riguarda il fatto di essere molto (forse troppo) incentrato sugli Stati Uniti – che oggi non ha certo il predominio, così come era Hollywood nel cinema – e sulla “parte alta” del mercato, quella che macina milioni e milioni di visualizzazioni e quindi soldi, quando invece la gran parte del mercato è sviluppata dalla fascia media.
La parte più interessante è quella legata alla politica culturale del Social Media Entertainment. I due autori sostengono infatti che di fatto la SME costituisce una “sfida culturale e di contenuto radicale per i media consolidati, molto più grande dei servizi di streaming on-demand come Netflix, Hulu e Amazon Video”. Cunningham e David Craig sostengono che queste dinamiche rappresentino un enorme esperimento nel tentativo di convertire la creatività vernacolare o informale in talento e in contenuti sempre più attraenti per inserzionisti, brand e factory creative su scala quasi globale per la creazione di nuovi format, nuove modalità di produzione e misurazione del coinvolgimento del pubblico che di fatto stanno già stravolgendo gran parte dell’industria dell’intrattenimento.

Il Libro