Il libro ____________
Tutti noi siamo convinti di compiere sempre scelte molto razionali, puntando con una certa consapevolezza alla massimizzazione del nostro benessere. Invece le nostre giornate sono continuamente caratterizzate da scelte irrazionali, emotive, impulsive e, il più delle volte, sbagliate. Questi sbagli, secondo Sara Garofalo, divulgatrice scientifica e ricercatrice, sono connaturati nell’essere umano e in questo suo saggio edito da Il Saggiatore, espone i più comuni bias cognitivi e le scorciatoie a cui il nostro cervello si affida quando dobbiamo prendere una decisione, la cui lettura ci fa crollare tutte le nostre puerili certezze.
Il libro offre quindi un valido aiuto per allenare la mente al fine di evitare questi errori di percezione, o quantomeno accorgersene. “Sbagliando non si impara” si divide tra solide basi teoriche scientifiche ed esercizi pratici che portano ad accorgerci e a scoprire i meccanismi psicologici che guidano le nostre scelte ogni giorno, dando consigli per superare gli automatismi.
Perché leggerlo ____________
Questo libro di Sara Garofalo è un saggio che si legge come un romanzo d’avventura con in più una vasta quantità di esempi ed esercizi da sperimentare su noi stessi. Si tratta di un saggio il cui effetto non si esaurisce quando terminiamo la lettura, ma ci offre una nuova consapevolezza che ci permette di inquadrare tutte quelle gabbie mentali, bias cognitivi e dinamiche narcisistiche che non ci fanno vedere le cose per come sono.
Sara Garofalo ci dice, al contrario come tutti noi notiamo, più che altro, la prossimità o la distanza fra ciò che percepiamo e ciò che ci aspettiamo rispetto alle nostre consolidate convinzione. Insomma, alla fine è sempre il nostro ingombrante io che sta sopra tutto ed lui che misura tutte le cose.
Il libro ci racconta tutto questo con chiarezza e ironia, anche attraverso un piccolo gioco che l’autrice fa con le citazioni in esegro su ogni capitolo e che poi rivela in fondo al volume.
Sara Garofalo nel libro fa anche una sorta di excursus storico delle nostre convinzioni, ricordano come nell’europa del 1850 la peste nera fu da molti attribuita agli ebrei o come a fine 800 in molti pensavano che l’epidemia della febbre fosse provocata dal diffondersi della corrente elettrica, il che ci fa capire che il titolo del saggio è drammaticamente vero: non impariamo mai dai nostri sbagli.