Cigno nero.
Quante volte in quest’ultimo anno abbiamo sentito questa espressione – che indica quell’evento inatteso che travolge tutto cambiando la storia – riferita al Covid-19?
Ecco, secondo Nassim Nicholas Taleb, che il “cigno nero” se proprio non l’ha inventato (l’espressione era già stata usata dal poeta latino Giovenala, da Aristotele e da un naturalista inglese dell’800) lo ha diffuso a livello globale, il Covid -19 è proprio l’esempio sbagliato da fare. Quando mesi fa è intervenuto a BookCity, Taleb ha sostenuto che nella sua definizione di Cigno Nero l’elemento principale è proprio l’improbabilità, cioè “lo zero per cento di probabilità del verificarsi di un evento” e il Covid-19 era tutto tranne che imprevedibile. La comunità scientifica temeva che sarebbe potuto accadere – Singapore si stava preparando a uno scenario simile già dal 2013 (avete visto il film “Contagion” di Steven Soderbergh del 2011?) – ma in realtà non ha fatto molto per evitarlo, e la globalizzazione, cioè la possibilità di spostarsi velocemente da una parte all’altra del mondo, ha fatto il resto.
Tuttavia il tema cardine di tutti i pensieri e i ragionamenti di Taleb è l’incertezza, e questo è sicuramente anche il tema portante di questi tempi. Per questo dobbiamo fare un plauso a Il Saggiatore che ha pubblicato “Incerto” (1640 pagine – 6 libri – 65 euro) un cofanetto che comprende l’opera omnia dell’ex trader, filosofo e matematico di origini libanesi che ha dedicato la sua vita allo studio dei processi di incertezza e di rischio. Il cofanetto quindi comprende “Il Cigno nero”, “Antifragile”, “Il letto di Procuste”, “Giocati dal caso”, “Rischiare grosso”, “Robustezza e fragilità”, e in questo nostro approfondimento proviamo a raccontare brevemente il motivo per cui si tratta di opere fondamentali per poter interpretare e vivere questi tempi.
Giocati dal caso

È il suo primo saggio (2004) poco considerato quando uscì. L’autore veniva infatti considerato fin troppo eccentrico a partire dal suo curriculum: discendente da una dinastia di politici libanesi, dottorato in matematica a Parigi e negli Stati Uniti, che invece di intraprendere la carriera universitaria, si lancia nel campo del trading di Wall Street (lavorerà per Ubs, First Boston, Bnp) lavorando sul campo delle probabilità e scommettendo sulla remota possibilità che un evento inatteso avvenga davvero, accumulando una gran fortuna traendo vantaggio dal disordine, laddove tutti gli altri si affossavano. Ed è proprio in questo suo libro in cui si ritrovano i semi del suo pensiero che mette insieme finanza e filosofia, storia e statistica. È proprio in questo saggio che viene spiegato il fondamentale concetto della “distorsione da sopravvivenza”, ovvero sul nostro errore di valutazione delle situazioni, poiché siamo soliti analizzare sempre i vincitori, ma mai i perdenti. Nel mondo dei trader si studiano solo gli investitori di successo, ma non sempre le previsioni del vincitore, secondo Taleb, sono state più accurate rispetto a quelle degli altri, ma spesso ha solo puntato il dito sull’evento che, fra i tanti possibili, il caso ha prodotto. Da tale distorsione nascono le ricostruzioni a posteriori sulla presunta prevedibilità degli eventi per ricavarne astruse “leggi della storia”, là dove, secondo l’autore, bisognerebbe semplicemente riconoscere l’infinita imprevedibilità delle cose.
Il cigno nero

È il saggio più noto e citato, ma forse anche quello che è stato più soggetto ad equivoci, come visto per l’esempio del Coronavirus. Leggendo bene il volume si può capire che anche gli effetti della pandemia sui mercati non hanno a che fare con i cigni neri, ma semplicemente a una sorta di drenaggio, una correzione quasi naturale laddove i prezzi e le valutazioni erano fin troppo gonfiate; purtroppo questa volta l’effetto ha creato un danno spaventoso per l’economia reale e per il morale dei popoli, e il riassorbimento in questo caso sarà molto più lento.
Questo saggio, uscito nel 2007, esamina l’imprevedibilità in tutti i suoi aspetti, in particolar modo l’evento raro ed estremo. Quando noi ci approcciamo alla realtà e proviamo a programmarla, sia nel lavoro sia nella vita personale, tendiamo ad escludere ciò che è straordinario. Trascuriamo quindi gli eventi isolati per focalizzarci sul “normale”, cioè sui casi comuni. Taleb, al contrario, ritiene che sia necessario considerare soprattutto gli estremi, quando questi implicano uno straordinario effetto cumulativo – infatti, è proprio l’evento isolato che può avere un impatto enorme sulla realtà. La storia del Cigno Nero lo spiega benissimo: prima della scoperta dell’Australia, gli abitanti del Vecchio Mondo erano convinti, secondo l’inconfutabile metodo di apprendimento basato su osservazione ed esperienza, che tutti i cigni fossero bianchi. È bastata una sola osservazione del cigno nero per far crollare tutte le certezze.
Quindi i cigni neri esistono – e peraltro per Talem non hanno sempre un segno negativo: internet e Google sono stati dei cigni neri, secondo l’autore, qualcosa quindi di imprevedibile che ha generato un grande cambiamento sociale e che continua a far sentire ancora oggi i suoi effetti benefici.
Per spiegare meglio il concetto, utilizza ancora una volta una metafora animale: il tacchino messo all’ingrasso si convince, giorno dopo giorno, che il padrone sia lì per servirlo. Questo perché si basa sulle esperienze precedenti. E più passano i giorni, più questa sua convinzione si rafforza. Poi però arriva il Giorno del Ringraziamento che per il tacchino rappresenterà un cigno nero, ovvero un evento totalmente imprevisto e sconvolgente, ma quello stesso giorno era stato minuziosamente programmato dal padrone. Quindi, come è possibile prepararsi per tempo agli eventi imprevedibili? Taleb ci risponde che è necessario ridurre la propria fragilità. E qui viene in aiuto l’altro saggio di Taleb, ovvero Antifragile.
Antifragile

Tra tutti, questo è il libro che l’autore considera il suo più importante e ambizioso in quanto è una critica intelligente e analitica verso tutte le pretese di pianificazione su vasta scala del nostro tempo.
Antifragile per Taleb è l’esatto opposto di fragile. Quindi è qualcosa di più della robustezza o della resilienza, perché tutto ciò che è robusto o resiliente regge bene i colpi e non subisce danni quando viene sottoposto a stress, mentre ciò che è antifragile addirittura migliora, cresce e si rinforza. È quindi antifragile tutto ciò che trae vantaggio dagli shock, che prosper quando è esposto alla volatilità, al caso, al disordine e ai fattori di stress, e di conseguenza è naturalmente attratto dall’avventura, dal rischio, dall’incertezza. “L’antifragile qundi ama l’errore, o perlomeno un certo tipo di errore; possiede la singolare caratteristica di consentirci di affrontare l’ignoto, di fare le cose senza comprenderle e farle bene”.
Da qui parte una lunga analisi su come spesso le società, ma anche certi mercati e in generale tutte ciò che cresce spontaneamente in forma auto-organizzata sia antifragile, cioè che tende a crescere e prosperare in tempi di incertezza, invece di logorarsi. Si dice anche che l’ordine imposto dall’alto dà solo un’apparenza di sicurezza e di stabilità, e che invece una giusta quantità di stress e disordine permette gli utili micro-adattamenti spontanei dal basso; Taleb inoltre sostiene che il lavoro autonomo sia più antifragile di quello fisso, che i sistemi politici ed economici sono i più fragili e tante altre interessanti riflessioni.
La tesi centrale di Taleb è che il nostro mondo moderno ci ha spesso danneggiato con politiche top-down, cioè imposti dall’alto, che Taleb definisce “illusioni sovietico-harvardiane”; per paragonarle a situazioni più quotidiane, cita l’esempio dei genitori iperprotettivi e di tutti coloro che cercano di aiutarci in modo asfissiante che spesso finiscono per farci più male che bene. Insomma, se è vero che bisogna fare i conti con uno stato di incertezza, dice Taleb, dal momento che non si può stabilire in modo attendibile se un evento raro sia più o meno probabile di un altro evento raro, allora è meglio ragionare in termine di fragilità, ovvero se un oggetto è più o meno fragile e quindi se trae più vantaggi e svantaggi da eventi e da shock casuali.
Robustezza e fragilità

Questo saggio è una riflessione di Taleb sui sistemi complessi, tra ridondanza e ottimizzazione, sacrifici ed efficienze. Il saggista paragona il sistema progettato dalla Natura (ad esempio il corpo umano) quindi ridondante ma spesso inefficiente, caratterizzato da mille reti interdipendenti, con i sistemi ottimizzati, efficienti e specializzati progettati dagli economisti, ma che sono progettati per gestire la normalità e sono fragili nei confronti dell’eccezionalità. Ne deriva un’analisi sulla creazione di sistemi sempre più semplici, flessibili e ridondanti, pensati per essere adattabili ai cambiamenti, anche quelli improvvisi, repentini e radicali. Sistemi immersi, capaci di riemergere ed attivarsi molto rapidamente solo quando ce n’è bisogno, per poi immergersi di nuovo e scomparire nella normalità. Secondo Taleb questo è probabilmente il modo migliore per prepararsi ad affrontare il prossimo Cigno nero.
Quello che il saggista di origini libanesi auspica per la creazione di sistemi più robusti è un cambio di paradigma che tenga conto delll’articolazione della società contemporanea, in cui la consapevolezza prevalga sulla specializzazione e la capillarità territoriale sulla grandezza dimensionale.
Il letto di Procuste e Rischiare grosso

Questi due ultimi titoli sono forse i saggi più estremi di Taleb, quelli che lo fanno amare o odiare.
Il primo è una raccolta di aforismi ironici e sarcastici che svela ai lettori tutti gli autoinganni con cui ogni giorno conviviamo sia nel lavoro sia nella vita familiare. Un punto di vista irriverente che ci permette di guardare le cose out of the box, lontano da categorie definite e soluzioni preconfezionate.
Rischiare grosso (il cui titolo originale è “Skin in the game” è più esplicativo: giocarsi la pelle, cioè metterci la faccia) è invece una presa di coscienza riguardo alle scelte che ci accompagnano ogni giorno e alla necessità di assumerci il rischio insito in ogni decisione. Una sorta di manuale di comportamento individuale di fronte ai tanti cigni neri che affollano la nostra contemporaneità. Scritto anch’esso con uno stile ironico che ci permette di ridere anche di fronte a situazioni estreme.
