Databook Libera il futuro

Libera il futuro.

Quindici lezioni dal digitale per migliorare il nostro mondo.

Mafe De Baggis

288 pagine - € 17 - Enrico Damiani Editore

Il libro ____

Non è un caso che questo libro sia uscito nel bel mezzo della pandemia, anche se – come puntualizza l’autrice nella prefazione – l’idea è nata prima dell’arrivo in Italia del Coronavirus. Il fatto è che, lo abbiamo letto un po’ ovunque, questo dannato virus ha di fatto lavorato anche come acceleratore di tanti processi e comportamenti, molti dei quali coinvolgono direttamente il digitale.
Questo libro che ha scritto Mafe De Baggis – di professione pubblicitaria, docente e digital media strategist freelance – racconta attraverso 15 lezioni come il digitale possa essere una risorsa importante per la nostra crescita personale e professionale e lo fa alternando racconti di vita privata, riflessioni che ci coinvolgono tutti, ma anche esercizi pratici per mettere subito a terra le nozioni imparate.
Detto così sembra il classico manuale o un libro di auto-aiuto, ma in realtà è tutt’altro perché lo scrivere insieme leggero e profondo di Mafe De Baggis che si rivolge direttamente al lettore lo trasforma in un originale ibrido tra riflessioni da blog della prima ora (quando cioè i blog erano una cosa seria), un testo di mindfulness e un saggio su come internet e il digitale possono cambiarci la vita.

legenda libera il futuro

Parole chiave ____

Per raccontare il libro in modo alternativo, senza però anticipare troppo i temi, abbiamo preso quattro coppie di parole antinomiche che sono serviti poi a creare il databook generato dall’algoritmo di data visualization ideato da Giorgia Lupi.

Speranza/realismo 

In realtà questa non è una coppia di parole antinomiche perché nel caso di Mafe De Baggis, che si autodefinisce una nativa digitale di 51 anni, i due termini riferiti al digitale coincidono. Vi è invece nel mondo contemporaneo una presunta dicotomia che in questo libro non troverete mai legato al digitale/reale: un dualismo che l’autrice ritiene pericoloso, perché in fondo «le esperienze digitali fanno parte delle nostre vite: giudicarle in quanto digitali e non in quanto esperienze rischia di portarci molto lontano dalla libertà e dalle possibilità che ci circondano». Di fronte alle continue critiche e lamentele su come è diventata oggi internet, l’autrice risponde che è necessario pensare in un modo diverso che permette di tenere insieme web e natura, realtà sensibile e dimensione digitale per scoprire che c’è realisticamente speranza per il futuro.

Ingegno/gioco

La parola gioco ricorre molto spesso in questo libro come pure nelle lezioni dell’autrice ai suoi clienti, perché come lei stessa sostiene, se il fare è un gioco, apparentemente lontano dal lavoro, si impara molto di più. «Più ci si diverte, più si impara, più si sogna, più idee arrivano». E in questo caso l’ingegno è direttamente correlato al gioco, come peraltro sostengono gli autori di “La specie creativa. L’ingegno umano che dà forma al mondo” di Anthony Brandt e David Eagleman: «Rompere gli schemi della consuetudine per produrre una novità è il prodotto di un programma fondamentale che opera nel cervello». E allora cosa c’è di meglio della combinazione della dimensione ludica e quella ingegnosa per poter produrre innovazione?

Cammino/dubbio

Questo di fatto è un libro di filosofia applicato al nostro vivere quotidiano e all’approccio che dovremmo avere nei confronti del futuro e del digitale. Un approccio e un cammino non semplice, che è lastricato di impedimenti, trappole e inganni – che possono assumere la forma fake news o, in generale, di una certa nostra superficialità nella lettura e nella comprensione delle cose – ma che se unito alla capacità di osservare, dubitare, cambiare punto di vista, andare oltre le prime impressioni (che sono alla base del digital mindset) permette di “liberare il nostro futuro” che in questo caso vuol dire aumentare le condizioni di verità e di felicità. Nel libro sono contenuti vari esercizi che aiutano questo cammino.

Hacker/filosofo

Uno dei capitoli più interessanti è quello in cui si parla degli hacker. Oltre al contenuto finale è interessante il processo: Mafe De Baggis non riusciva a trovare una definizione di hacker che la convincesse pienamente, così una domenica mattina lo ha chiesto su Facebook e qui si è messa in moto quella “intelligenza collettiva e connettiva” teorizzata da De Kerckhove che ha dato senso alla parola “ricerca”. Hacking come filosofia e pratica che meglio di altre spiega il digital mindset per cui è necessario mettere in discussione tutto quello che sappiamo e in cui crediamo, ma che spiega anche l’ open source, il diy (do it yourself) e il design thinking, parole e concetti che già conosciamo, ma che in questo libro acquistano nuova luce e nuovo senso.

Il Libro