Il valore di tutto

Chi lo produce e chi lo sottrae nell’economia globale.

Mariana Mazzucato

384 pp - €20 - Laterza

Di cosa parla __

Questo libro di Mariana Mazzucato ruota intorno all’esigenza di chiarire chi crea valore economico nel capitalismo contemporaneo, e chi invece si limita a redistribuire, se non talvolta ad espropriare, il valore ottenuto da altri. E’ un tema centrale degli studi economici divisi tra teorie classiche, neoclassiche e keynesiane.

La Mazzucato affronta queste teorie rimettendo in discussione i criteri di costruzione del PIL per poi affrontare uno dei cuori tematici del libro, ovvero quello dell’estrazione del valore nell’economia dell’innovazione. L’economista italiana professore di economia dell’Innovazione all’University College London (Ucl) analizza due casi concreti:  la determinazione dei prezzi dei farmaci e i profitti legati a “esternalità di rete”, affrontando quindi le regole economiche che stanno dietro ai colossi digital come Google e Facebook, individuando le storture di questi mercati.

L’altra colonna tematica su cui si concentra nella seconda metà del libro riguarda il ruolo dello Stato nell’economia, basato su un ripensamento dei rapporti tra pubblico e privato sul tema dell’innovazione.

Perché leggerlo __

Vi ricordare il film “Wall Street” di Oliver Stone del 1987? A un certo punto Gordon Gekko interpretato da Michael Douglas dice “il denaro di per sé non si crea né si distrugge, semplicemente si trasferisce da un’intuizione ad un’altra, magicamente. Quel quadro lì lo comprai dieci anni fa per 60mila dollari, oggi potrei venderlo per 600mila. Io non creo niente, io posseggo”.

Una frase tranchant, ma che rende abbastanza l’idea di cosa è diventata una parte dell’economia oggi, derivante dalla teoria neoclassica basata sulla ricerca di rendita e che confonde tra loro i processi di creazione ed estrazione del valore. Questo secondo la Mazzucato rende l’innovazione più difficile e la crescita prodotta meno inclusiva, causando un aumento delle disuguaglianze. Da qui deriva l’opinione netta dell’economista italiana con cittadinanza americana riguarda la necessità di un intervento propositivo dello Stato nelle innovazioni, che non deve essere solo relegato a “salvare” le società fallimentari, ma investire attraverso le sue strutture creando nuovi scenari e aspettative di crescita.

Il libro è un duro atto d’accusa non ideologico contro chi ha cercato di dipingere la finanza privata come produttiva: Mazzucato auspica una maggiore sinergia tra pubblico e privato, aggiornando le teorie keynesiane dell’intervento pubblico.

Molti hanno visto in queste teorie una certa mancanza di visione della complessità, come le sconfitte politiche politiche dei movimento dei lavoratori e in generale tutto il tema del lavoro che qui non viene affrontato. Tuttavia rimane una lettura molto interessante da parte di uno dei tre più importanti pensatori globali, secondo The New Republic, sul tema dell’innovazione.

Link utili __

Intervento di Mariana Mazzucato a TED

Il Libro